Soddisfazione Desideri: Chi si accontenta gode? Accettare i limiti per stare bene

Soddisfazione Desideri Chi si accontenta gode? Accettare i limiti per stare bene | Dott.sa Roberta Calvi Psicologo Sessuologo in Rimini

L’economia psichica è fondata sulla perdita, sulla mancanza, sull’assenza, sul venir meno dell’illusione dell’avere tutto senza scarti, senza resto.

La mancanza strutturale è proprio ciò che rende ciascun individuo un soggetto desiderante, mosso dal principio di piacere verso il pieno appagamento dei propri bisogni e desideri.

E’ necessario però che ognuno di noi sia consapevole che la piena realizzazione di sé sta proprio nell’equilibrio dialettico tra il desiderio e la soddisfazione dello stesso. Ovvero tra ciò che vorremmo a livello ideale e ciò che possiamo davvero avere a livello reale.

I limiti non sono solo esterni: la mancata soddisfazione dei desideri non è solo attribuibile ad un altro o ad un’altra cosa. Non è solo “colpa” di qualcun altro o di Dio, del destino e della sfortuna. Né tantomeno è dovuta ad una incapacità e incompetenza personale. Il limite è intrinseco alla natura del desiderio.

Il vero problema è che il desiderio appartiene al mondo dell’immaginario, della fantasia, dell idea(le), mentre la realtà è limitata e limitante.

Soddisfazione Desideri Chi si accontenta gode? Accettare i limiti per stare bene | Dott.sa Roberta Calvi Psicologo Sessuologo in Rimini

Nella nostra società il limite è diventato un problema perché ci fa sentire impotenti e sfigati. E questa incapacità di gestire le emozioni scomode ci porta ad essere sempre meno appagati e soddisfatti.

Le generazioni precedenti vivevano il desiderio molto meglio di noi perché erano allenati alla frustrazione, oggi vissuta invece come nevrotizzante.

La speranza di realizzare i propri sogni rappresentava di per sé un momento piacevole carico di aspettative ma anche di consapevolezza di una ‘non certezza’.

Noi invece cerchiamo un godimento illimitato e a tutti i costi. E questa brama di avere sempre di più e sempre meglio ci rende perennemente schiavi dell’insoddisfazione.

Il limite presuppone un accontentarsi che oggi suona un po’ come una parola oscena. Vera e propria pietra di scandalo nella società della presunta eccellenza.

Eppure accontentarsi significa saper godere a pieno di quello che si ha e che si può avere senza soffrire per ciò che resta fuori.

Accontentarsi vuol dire riconoscere il limite ovvero il confine tra il desiderio ideale e la sua possibile soddisfazione.

Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa

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