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Come riconoscere una dipendenza affettiva?

Come riconoscere una dipendenza affettiva? | Dott.sa Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa

Come riconoscere una dipendenza affettiva?

La dipendenza affettiva rappresenta una modalità disfunzionale di costruire e vivere i legami interpersonali nel rapporto uno a uno. Siano essi amorosi, amicali o familiari.

Può assumere diverse forme e diverse connotazioni. Ma è caratterizzata da alcuni tratti comuni che potremmo definire sintomatici. Tali tratti, di seguito schematizzati, possono essere utilizzati come indicatori per poter comprendere se il rapporto che si sta vivendo assume le forme di una dipendenza affettiva. In tal caso è importante chiedere aiuto.

La dipendenza affettiva, come qualunque altra dipendenza, genera disagio e sofferenza a entrambi i partner ( o amici o familiari se si parla di un legame non di coppia). E può condurre a situazioni di violenza auto e eterodiretta.

Come riconoscere una dipendenza affettiva?

1) Simbiosi

Per simbiosi si intende una modalità di relazionarsi che non contempla un confine e una separazione tra sé e l’altro. Per cui la propria identità definisce o è definita, influenza o è influenzata, condiziona o è condizionata dall’altro. L’altro esiste ed è “amato” solo in funzione della sua perfetta corrispondenza alle proprie aspettative. L’altro è al tempo stesso “odiato” perché altro da sé. Potremmo racchiudere questo concetto in una frase: “Ti amo, ma poiché sei altro da me ti odio; ti odio perché ti amo nella misura in cui non posso esistere senza te”.

2) Angoscia abbandonica

Per angoscia abbandonica intendiamo il terrore profondo di separarsi dall’altro. Il che attiva ansia e panico anche alla sola idea dell’eventuale fine del rapporto. Questa angoscia può portare a cercare in ogni modo di mantenere in essere il rapporto. Anche quando diventa conflittuale, frustrante, carico di sofferenza, finanche violento. In particolare la paura è quella di rimanere soli. Che sottende un senso profondo di inadeguatezza e di disvalore e la percezione di non essere in grado di vivere senza l’altro.

3) Svuotamento del sé

Lo svuotamento del sé è la diretta conseguenza dell’angoscia abbandonica. Se non si è nulla senza l’altro, allora né sè stesso né il mondo hanno più alcun valore. Perché tutto è in funzione dell’altro. Nei confronti del partner si sviluppa una totale accondiscenza alle sue richieste. Anche anticipando i suoi presunti bisogni e soddisfacendo le sue aspettative esplicite e implicite. Questo totale asservimento fa sì che si abbia anche paura di contraddire l’altro per timore di deluderlo e quindi di perderlo.

4) Senso di inadeguatezza

Il senso di inadeguatezza è spesso a monte di una dipendenza affettiva. Un’identità fragile cercherà un’altra identità altrettanto fragile come stampella per stare in piedi. Il senso di disvalore personale porta ad avere costante bisogno di conferme e rassicurazioni dal partner. Giacché ci si sente indegni dello stesso, per lo più idealizzato. Tali conferme possono essere richieste anche attraverso il sesso, che viene sovrainvestito di significati altri, quali quelli di rifiuto, accettazione, potere, controllo, adeguatezza, performance.

E’ importante anche sottolineare quanto la ricerca di conferme generi un circolo vizioso. Per cui si è portati inconsapevolmente a voler confermare il proprio senso di inadeguatezza, interpretando le situazioni e gli eventi in funzione del proprio vissuto personale. Questo meccanismo muove notevoli sensi di colpa che possono essere rischiosi. Soprattutto  quando il comportamento dell’altro è giustificato e perdonato, anche laddove violento.

5) Alessitimia

Quando si vive una dipendenza affettiva le emozioni e i sentimenti sono offuscati. Si oscilla spesso da uno stato umorale all’altro in funzione del comportamento del partner, delle sue attenzioni o delle sue mancanze. Quando il partner è rifiutante e abbandonico o anche solo quando il partner non c’è, l’umore è per lo più depresso o disforico. Per poi diventare euforico e finanche adrenalinico quando invece è presente, accogliente e amorevole.

La dipendenza affettiva è talvolta anche associata ad altre dipendenze come quelle da cibo, alcool, sostanze stupefacenti, shopping compulsivo. E tutte rispondono agli stessi bisogni emotivi agendo come antidepressivo, ansiolitico o anestetico.

6) Ossessione

 Per ossessione si intende una focalizzazione del pensiero sul partner, nonché un rimuginio sui suoi comportamenti e/o sulle sue parole. Il partner diventa un pensiero fisso e pervasivo e impedisce di dare spazio ad altro. L’ossessione è anche inconsciamente funzionale a non pensare a tutta la sofferenza e ai vissuti sottesi alla dipendenza affettiva. Non è raro che alle ossessioni, fonte di ansia e di disagio, si accompagnino degli agiti compulsivi. Che rappresentano un tentativo illusorio e fallimentare di placare e compensare il pensiero ossessivo.

7) Controllo

Per controllo si intende un comportamento ipervigilante, geloso, possessivo, morboso. Teso a controllare qualsiasi atteggiamento e comportamento del partner. Alla ricerca di un presunto tradimento o della conferma di non essere abbastanza o all’altezza. Si controllano il cellulare, i post sui social, i vestiti, gli spostamenti. Alla ricerca di quel dato inconfutabile, funzionale a confermare le proprie teorie sul partner e sulla relazione.

8) Manipolazione emotiva

Nella dipendenza affettiva frequenti sono le modalità manipolatorie, tese ad angosciare l’altro, a farlo sentire in colpa o a ottenere la sua approvazione e il suo perdono

9) Sindrome di Pigmalione

Il termine “sindrome di pigmalione” nasce dall’omonimo mito greco. Qui si narra che lo scultore Pigmalione era riuscito a scolpire una statua di donna come se fosse vera. E se ne era profondamente innamorato, essendo esattamente corrispondente ai canoni di bellezza e femminilità desiderati. Pigmalione chiese e ottenne dalla Dea Afrodite la possibilità di trasformare la statua in una donna reale. Affinché potesse concretamente amare quella versione idealizzata di donna costruita in funzione dei suoi bisogni. Nella dipendenza affettiva spesso si cerca di cambiare l’altro affinché sia totalmente corrispondente alle proprie aspettative e ai propri bisogni. Al tempo stesso è frequente la costruzione di un rapporto asimmetrico in cui uno dei partner si mette in una posizione di cura e accudimento. Vestendo i panni del salvatore e spinto da fantasie di onnipotenza, che talvolta lo portano a negare la realtà. E’ possibile anche che, nel tentativo di cambiare l’altro, uno dei partner assuma la parte del carnefice. Mettendosi nella posizione di svalutare l’altro poichè non aderente alle proprie aspettative idealizzate e irrealistiche.

Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa

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