Capire e capirsi Le prigioni della mente | Parte 1

Capire e capirsi Le prigioni della mente | Parte I | Dott.sa Roberta Calvi Psicologo Sessuologo in Rimini

Ci sono prigioni della psiche non controllabili, eppure fortemente distruttive e soprattutto resistenti al cambiamento. Prigioni che impediscono di stare bene, di vivere le situazioni fino in fondo, di godersi il tempo, le relazioni, la vita. Prigioni che attivano circoli viziosi e tentativi fallimentari di soluzioni che compromettono sempre di più il proprio benessere. 

Sono talvolta prigioni silenziose, che nemmeno chi vive riconosce fino in fondo, sebbene ne subisca gli effetti nella vita di tutti i giorni. Spesso queste prigioni affondano le radici nella storia personale, familiare, sociale, transgenerazionale. E magari nemmeno se ne ritrova più l’origine. 

Sono prigioni che spesso danno un’illusione di libertà e normalità, almeno per un po’. D’altronde la storia ci insegna che esistono anche gabbie d’oro (personali e collettive). E per riuscire a percepire gli effetti devastanti della prigionia bisognerebbe conoscere il senso e il vissuto della libertà. E soprattutto capire quali sono i limiti di questa libertà. Come si usa questa libertà, onde evitare derive in cui l’eccesso di libertà sconfina in una nuova prigionia.

Il confine tra libertà e prigionia emotiva è molto labile. E spesso si pensa di essere liberi, quando in realtà si è schiavi di un sintomo, di un bisogno, di un’ossessione, di uno schema. O anche solo della propria fantasia e della propria immaginazione. Ma come si fa a capire e capirsi? O forse potremmo dire come si fa a conoscersi? Quali e dove sono le istruzioni per trovare la via di uscita dai propri labirinti?

E la psicologia è una risorsa, uno strumento, una possibilità? O può essere anch’essa nociva e altamente tossica?

Lasciamo che siano queste domande a guidarci.

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Capire e capirsi Le prigioni della mente | Parte I | Dott.sa Roberta Calvi Psicologo Sessuologo in Rimini

Psicologo Sessuologo Rimini: Studio Psicologia Sessuologia Dott.sa Roberta Calvi

Che cosa sono queste “prigioni della mente”? Difficile rinchiuderle in categorie specifiche e preconfezionate che ricalcano etichette diagnostiche. E che spesso finiscono per trasformarsi in ulteriori prigioni emotive. 

Chiamarle “prigioni della mente” è un tentativo di rendere chiaro, con un linguaggio evocativo, il senso e il peso emotivo e cognitivo che hanno sulle persone.  

Proveremo quindi ad addentrarci nelle prigioni oscure, senza la pretesa di essere esaustivi e chiari. Ma con l’obiettivo di sollecitare riflessioni personali. E di risvegliare quella ricerca di senso di ciò che si vive, che da sempre ha animato l’essere umano. Questo in fondo forse è il senso e l’onere della psicologia.  

Capire e capirsi. Come riconoscere le prigioni della propria mente? 

(continua…)

Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa

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