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Abnegazione e il bisogno di vivere per l’altro: cosa nascondono?
L’ essere umano è per sua natura “egoista”.
Numerose ricerche scientifiche di psicologia sociale hanno dimostrato che i comportamenti prosociali “puri” non esistono.
Qualunque azione altruistica, finanche le più grandi missioni umanitarie, hanno sempre alla loro radice una motivazione intrapsichica intesa come la soddisfazione di bisogni e desideri individuali, consapevoli o inconsci.
Attenzione non stiamo dicendo che ci sono i cosiddetti “secondi fini” intesi come vantaggi individuali diretti e concreti che generano comportamenti manipolatori.
Non vogliamo certamente sminuire la portata delle buone azioni prosociali. Quanto piuttosto mantenere uno sguardo realistico sulla psiche umana che tende sempre ad una soddisfazione di bisogni e desideri personali come base di sopravvivenza.
Egoismo quindi inteso come autoconservazione! Bisogni e desideri, come tutti sappiamo, non sono solo materiali e concreti, ma come Maslow ci insegna, sono stratificati e piramidali e tendono dal concreto al simbolo. Dal bisogno di mangiare al bisogno di autorealizzazione i bisogni umani tendono ad essere sempre più intimi e, aggiungo, inconsapevoli.
Partendo da questa premessa nasce un evidente interrogativo: cosa nasconde il comportamento di abnegazione? Perché ci sono persone che si abnegano al punto da vivere in funzione dei bisogni altrui e misconoscere totalmente i propri?
Dai genitori che si annullano per i figli, finendo spesso così per odiarli, a partner che vivono in funzione dell’altro in legami tossici di dipendenza, a lavoratori che rinunciano a tutto per un avanzamento di carriera (vedi il famoso film Il diavolo veste Prada), fino ai kamikaze reali o simbolici che si immolano per una causa ideale.
Cosa accomuna tutti questi soggetti?
Il bisogno di essere indispensabile!
E il desiderio inconscio di essere riconosciuti!
Alle spalle c è spesso una storia di mancanze, di invisibilità, di mancata validazione e apprezzamento.
E allora faccio di tutto per te pur di essere visto, accettato, considerato, apprezzato e soprattutto insostituibile, indispensabile.
Questo bisogno può diventare tossico e generalizzato.
Non mi concedo niente, non riesco a fare nulla per me perché se no mi sento in colpa, ho bisogno di vedere l’altro felice per sentirmi bene (che vado bene). Talvolta ho bisogno che tutti riconoscono quanto mi spendo, ho bisogno di sentirmi impeccabile e unico in quello che faccio.
Spesso sono persone che però continuano a non sentirmi mai abbastanza e continuano così ad amplificare inconsapevolmente questo meccanismo di abnegazione.
Abnegazione e il bisogno di vivere per l’altro: cosa nascondono?
Portiamo avanti qualche esempio.
Il genitore che vive in funzione del figlio ha bisogno che quest’ultimo riconosca tutto quello che fa o ha fatto per lui e ha bisogno che il figlio sia contento.
Cosa accade se il figlio ha un periodo di difficoltà o disagio? Il genitore potrebbe sentirsi in ansia e avere l’urgenza di risolvere quella difficoltà senza dare tempo al figlio di trovare le sue risorse o soluzioni.
Il figlio potrebbe sentirsi in dovere di essere contento sentendo la responsabilità della serenità del genitore riconoscendo l’impatto che il proprio umore ha sul genitore.
E cosa accade se il figlio è deludente rispetto alle aspettative genitoriali? Il genitore potrebbe provare rabbia percependo il figlio ingrato per tutto quello che ha fatto per lui.
E cosa accade se un partner è abnegante? Il suo bisogno è essere tutto ciò che vuole l’altro soddisfacendo ogni suo desiderio sperando così di assicurarsi un amore eterno e certo.
Il sottofondo è “sono esattamente come tu mi vuoi così non mi lascerai mai”! E cosa accade se il partner invece tradisce o abbandona? Il rischio è un calo depressivo oppure una rabbia intensa che può dare adito a modalità persecutorie o vendicative.
Il lavoratore che si abnega per la sua azienda pur di sentirsi qualcuno può ad un certo punto arrivare a livelli intensi di alienazione finendo per sentirsi svuotato e depresso.
Ancora l’individuo che si abnega per un ideale può arrivare a gesti estremi.
Questi sono solo alcuni esempi che mostrano gli effetti collaterali di un meccanismo che a piccole dosi può sembrare vincente per chi lo agisce e affascinante per chi lo riceve. Bisogna però stare attenti perché l’abnegazione nasconde un profondo malessere che ha trovato una sua compensazione non sempre funzionale.
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