Il significato delle abbuffate: non è solo troppo vuoto ma anche troppo pieno
Quando parliamo di abbuffate nei sintomi alimentari non abbiamo solo a che fare con un immenso vuoto da riempire, ma anche con un estremo pieno da anestetizzare.
Il troppo vuoto è il vuoto di soddisfazioni e gratificazioni, di legami significativi, di amore e passione, ma anche di tempo e di senso.
Il troppo pieno è il pieno di angoscia, dolore, disperazione, senso di colpa e vergogna, senso di inadeguatezza e disvalore.
Il cibo diventa allora un consolatore, che c’è e non chiede nulla in cambio, sempre disponibile e reperibile, una fonte di piacere e di sollievo, un angolino di salvezza nel mare di disastri emotivi che ci si porta dentro e dietro.
Un passatempo in giornate infinite in cui la noia è divorante e mostra tutto il vuoto della propria esistenza, l’assenza di amore, di intimità, di vicinanza, di fiducia.
Il buco nero dell’improduttività di una vita iperattiva o iperefficiente fatta per compensare i propri sensi di colpa o del disprezzo per sé … o inconsciamente per ricevere quell’approvazione o quel riconoscimento mancato e mancante.
E ancora il cibo è l’anestetico e ansiolitico che per un attimo stacca la spina dalle ossessioni e dai pensieri intrusivi, dalle paure e dalle angosce.
Il significato delle abbuffate: non è solo troppo vuoto ma anche troppo pieno
In fondo si ha paura di tutto e di tutti, ci si difende anche quando ci si espone e sovraespone.
E il cibo è sempre lì, odiato e amato, bramato e rifiutato. Perché come in tutte le dipendenze non posso vivere così, ma nemmeno diversamente.
I sintomi alimentari sono vere e proprie dipendenze, a volte banalizzate anche da chi le vive, ma nascondono una sofferenza profonda.
La sofferenza viene spostata sul corpo e sullo sguardo sempre giudicante dell’altro. Si è sempre e comunque troppo grassi, brutti e sbagliati qualsiasi sia il peso e qualsiasi sia il sintomo. Perché la vera sofferenza è sommersa e repressa, censurata anche a sé stessi. E si passa cosi da una dieta all’altra e da un’abbuffata all’altra continuando ad illudersi che si starà bene quando si dimagrirà.
Purtroppo non è una favola e non ci sarà un happy ending. Come tutte le dipendenze degenerano e portano sempre più giù. Ci saranno sempre più ossessioni sul cibo, più abbuffate o più diete, più sbalzi umorali in funzione del peso, sicuramente più sofferenze. Per questo è importante guardare in faccia la realtà della gravità di ciò che si sta vivendo e farsi aiutare.
Per parlarne con la Dott.ssa Roberta Calvi
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