Accettazione di sè e dell’altro: importanza dell’integrazione emotiva

Accettazione di sè e dell’altro: importanza dell’integrazione emotiva | Dott.sa Roberta Calvi Psicologo Sessuologo in Rimini

Imparare a tollerare le nostre mancanze, i nostri errori, le nostre parti più torbide è fondamentale nella nostra vita. Tollerare le nostre “brutture” e i nostri sbagli ci permette di tollerare anche i limiti dell’altro. Ed il suo non essere esattamente come vorremmo.

Tollerare vuol dire riuscire a starci dentro senza stare troppo scomodi. Senza soffrire a tal punto da sviluppare sintomi psicopatologici.

La tolleranza delle proprie mancanze, che si traduce nella tolleranza di ciò che di noi non ci piace (esteticamente e psicologicamente) e di quello che abbiamo vissuto (nessuna vita è priva di delusioni e sofferenze! Nessun genitore e nessun partner sono perfetti!), rappresenta la condizione primaria per l’integrazione, che a sua volta è la base del nostro equilibrio psichico.

Accettazione di sè e dell’altro: importanza dell’integrazione emotiva | Dott.sa Roberta Calvi Psicologo Sessuologo in Rimini

Integrazione vuol dire tenere insieme le parti belle e le parti brutte di noi stessi e di conseguenza dell’altro. E vuol dire riuscire a riconoscerci e a  riconoscere gli altri come imperfetti.

Questo riconoscimento dell’essere imperfetti, soprattutto in una società che ci chiede il contrario e che esaspera la spinta alla performance eccellente, ci permette di non essere spietati con noi stessi quando sbagliamo o quando ci accorgiamo di non essere stati in grado. E al tempo stesso di non sentire l’altro come un “persecutore” quando frustra i nostri bisogni o tradisce le nostre aspettative.

Ricordiamoci che c’è una netta differenza tra la fantasia e la realtà. E tutto quello che noi ci aspettiamo e che immaginiamo può essere idealizzato proprio perchè non sottostà al limite del reale.

Accettazione di sè e dell’altro: importanza dell’integrazione emotiva | Dott.sa Roberta Calvi Psicologo Sessuologo in Rimini

La realtà è fatta di mancanze e di ambivalenze. E in realtà proprio la sua non perfezione ci dà la possibilità di godere di un benessere autentico.

Il benessere non è però un traguardo né tantomeno uno stato di piacere permanente. Ma un vissuto emotivo complesso che richiede la capacità di evolversi costantemente, di accettare di mettere in discussione il proprio equilibrio quando non funziona più. E di mettere in conto emozioni e situazioni scomode.

Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa

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