Ansia del tradimento: il controllo è davvero una soluzione?

Ansia del tradimento: il controllo è davvero una soluzione?

La paura di essere traditi è una delle paure più ataviche che attanaglia ognuno di noi nel momento in cui entriamo in relazione.

Tradimento è un concetto molto ampio, come insegna la storia da Giulio Cesare a Gesù. E passa non solo per il tradimento strettamente sessuale o amoroso, ma anche e soprattutto dalla rottura della fiducia di base che può fondarsi su vari e differenti fattori.

La lealtà, la sincerità sono ingredienti molto ambiti nelle relazioni, ma al tempo stesso sono valori sempre messi in discussione, che generano costamente ansia, instabilità e precarietà.

Chi mi garantisce che l’altro non mi tradirà? Che non mi “fregherà”?

L’impossibilità della certezza assoluta dà vita a pensieri, emozioni e azioni differenziate. Che possono sconfinare in dinamiche di controllo patologico, di paranoia, di gelosia morbosa e/o causare una profonda sofferenza.

Oggi l’uso degli smartphone, dei social media hanno innescato nuove paure e ansie. Perché hanno amplificato la possibilità di vedere e farsi vedere, di conoscere e conoscersi, di entrare in relazione, perfino di fare sesso.

Oltre a ciò occorre considerare come lo smartphone e i social hanno modificato le dinamiche di contatto tra partners ma anche le possibili modalità di controllo.

Il contatto tra partners è diventato immediato e continuo in una iperconnessione che non consente distacco e separazione. E che innesca ansia nel momento in cui diventa discontinua.

L’immediatezza della risposta, che va da pochi secondi a poche ore, in qualsiasi momento del giorno e al di là della distanza fisica e dell’impegno contingente, fa sì che la variabile “tempo di risposta” sia la più utilizzata come ansiolitico, e di conseguenza come fattore ansiogeno.

Roberta Calvi Psicologo Sessuologo Rimini | Studio di Psicologia Sessuologia
Dott.ssa Roberta Calvi, Psicologo e Sessuologo

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Ansia del tradimento: il controllo è davvero una soluzione?

Il tempo di risposta dell’altro è divenuto il prevalente fattore di controllo e sicurezza interpersonale. E se l’altro non risponde entro un certo tempo ipotizzato, o inconsapevolmente concordato in un’aspettativa reciproca, ecco che si fa strada la paura e l’angoscia intesa come ansia del tradimento. Ma anche come preoccupazione di un imprevisto negativo (un malore, un incidente, ecc).

Questa iperconnessione interpersonale ha disabituato al tempo dell’attesa e alla separazione. Cosicché oltre ad essere tutti più dipendenti, nonché più incapaci di tollerare la frustrazione della dilazione del piacere (c’è un grande bisogno del tutto e subito!), siamo anche diventati più preoccupati e pessimisti o, in alternativa, più paranoici.

La mancata risposta ad un messaggio o il ritardo nella risposta vengono spesso interpretati come disinteresse dell’altro, come disinvestimento, o rabbia (“ce l’ha con me!!”)! L’attesa è dunque nevrotizzante ed è stata essa stessa nevrotizzata!

Tra i fattori di controllo c’è poi il controllo degli accessi sui vari social, del tempo di attività online interpretato come possibile tempo di tradimento e/o disinvestimento rispetto alla coppia.

Tutto questo richiede nuove riflessioni sulle possibili evoluzioni della fiducia, sulla possibilità di ricostruire spazi e tempi di separazione come fattore fondamentale per ricreare un rapporto sano e funzionale.

Non ci può essere fiducia in una dinamica di controllo. Cosicché diventando sempre più controllanti in ambito interpersonale stiamo inconsapevolmente minando alla radice il presupposto stesso della fiducia.

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Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa


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