Coming out? Un compito evolutivo anche per gli etero cisgender

Coming out? Un compito evolutivo anche per gli etero cisgender | Psicologo Sessuologo Rimini Riccione Cattolica Cesena Cesenatico San Marino Dott.ssa Roberta Calvi

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Coming out? Un compito evolutivo anche per gli etero cisgender

Il coming out rappresenta un compito evolutivo per tutti coloro che non si riconoscono in un orientamento eterosessuale e/o in un’identità cisgender. Ma siamo sicuri che valga solo per loro?

Il termine viene dall’inglese “coming out of the closet” e significa letteralmente “uscire dall’armadio” o “uscire dal ripostiglio”, locuzione che si presta perfettamente a rappresentare simbolicamente il concetto: la necessità di uscire allo scoperto, di non nascondersi, di non censurarsi, di non continuare a vivere nella prigione del non detto e di una finta identità.

Rappresenta sicuramente un momento complesso per molti giovani e meno giovani per il timore di giudizi e pregiudizi connessi alla cultura in cui si è immersi e che è inevitabilmente introiettata a tal punto che il primo giudizio è il proprio (la cosiddetta omofobia interiorizzata).

Il coming out è diverso dall’outing che di fatto indica la conoscenza da parte di altri del proprio orientamento sessuale grazie ad una serie di comportamenti diretti e indiretti che lo palesano (es. foto sui social, atteggiamenti effusivi col partner in pubblico, look, ecc.).

Dal punto di vista psicologico il coming out è una necessità non negoziabile nella crescita del soggetto perché presuppone un senso di responsabilità diretta rispetto alla propria identità, alla propria libertà, al proprio benessere.


Dott.ssa Roberta Calvi Psicologo Sessuologo


Coming out? Un compito evolutivo anche per gli etero cisgender

Rappresenta spesso un momento di grande fatica per il timore della non accettazione, in particolare della famiglia di origine. L’interiorizzazione dell’eteronormatività socio-culturale fa sì che l’aspettativa del genitore non contempli un orientamento non eterosessuale o un’identità di genere non cisgender.

È per questo che il coming out spesso significa per il soggetto affrontare la delusione del genitore, la sua mancata (immediata) approvazione e validazione.

Occorre però ricordare che il compito di qualsiasi figlio è deludere le aspettative genitoriali, perché lo sviluppo dell’identità personale si basa sulla necessità di emanciparsi e affrancarsi dall’immagine del figlio che è nella mente del genitore.

Ogni identità è di fatto costruita sulla decostruzione di un’identità data a priori dal contesto familiare, culturale e sociale in cui si è inseriti.

Seguendo questo filone potremmo allora quasi dire che ciascun soggetto ha il suo coming out, sia che esso rappresenti la comunicazione di un’identità sessuale “non prevista” quanto piuttosto la rivelazione di un’identità differenziata ovvero di scelte, progetti, visioni, modalità inedite del soggetto che rappresentano la sua libertà di essere.


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