Attacchi di panico e stile relazionale

Attacchi di panico e stile relazionale

L’attacco di panico può essere ben descritto come situazione temporanea di ansia estrema associata a sintomi fisici (accelerazione del battito cardiaco, sensazione di svenimento, vertigini, disturbi gastrointestinali, tremori e sudorazione, ecc ecc). E alla sensazione/percezione di essere prossimi alla morte o di essere impazziti.

Chi ha sperimentato un attacco di panico sa bene quanto è distruttivo quel momento. E le sensazioni di disagio che lascia addosso anche per diversi giorni.

Spesso l’attacco di panico, almeno il primo per chi ne soffre frequentemente, è improvviso e inaspettato. Tanto da dare la sensazione di essere un malore fisico simil-infarto.

Ma è così imprevisto e inaspettato l’attacco di panico? E tutti possono avere un attacco di panico?

L’attacco di panico può sopravvenire quando la persona si sente sopraffatta da una situazione problematica rispetto alla quale non sente di poter avere sufficienti risorse di gestione e risoluzione.

Data questa sommaria definizione potremmo dire che ciascuno di noi, posto in determinate situazioni, potrebbe avere un attacco di panico.

Se pensiamo a situazioni di pericolo reale, come un attentato terroristico, un attacco da parte di una belva feroce, una calamità naturale, allora possiamo ben ipotizzare che siamo tutti “a rischio”.

Tuttavia in quelle circostanze probabilmente nessuno si stupirebbe di provare panico!

E cosa accade invece quando l’attacco di panico è attivato da una situazione potenzialmente banale?

Pensiamo ad un attacco di panico in una giornata qualsiasi in un contesto qualsiasi.

A quel punto la reazione alla situazione ci sembrerebbe eccessiva, tuttavia il meccanismo psichico è lo stesso.

Vuol dire che per quella persona la rappresentazione di quella situazione supera le proprie risorse psicofisiche percepite.

Roberta Calvi Psicologo Sessuologo Rimini | Studio di Psicologia Sessuologia
Dott.ssa Roberta Calvi, Psicologo e Sessuologo

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Attacchi di panico e stile relazionale

La risposta allora non è più nella situazione, ma nella storia di quella persona che ha permesso di costruire un’immagine “pericolosa” di quella situazione. Ed una percezione “svalutante” delle proprie possibilità di intervento e risoluzione.

Sebbene ogni storia di vita sia diversa, possiamo ritrovare alcune dinamiche simili nelle persone che soffrono o hanno sofferto di attacchi di panico.

In primis una difficoltà nel distacco relazionale che può essere evidenziato da dinamiche di dipendenza affettiva, ma anche di controdipendenza.

Il core è rappresentato dalla necessità di mantenere un controllo, o meglio un’illusione di controllo, sulla realtà affettiva. Costruendo o dinamiche di dipendenza dall’altro o di dipendenza dell’altro da sé.

Alla base troviamo dei caregiver iperprotettivi o ansiosi che in modo consapevole o inconsapevole hanno trasmesso al figlio la paura del mondo esterno vissuto come minaccioso, ostile, pericoloso e/o difficile da affrontare in base alle risorse personali.

Da qui un conflitto interno con la libertà e con la fragilità. Libertà cercata, bramata, ma temuta e gestita con un ipercontrollo sulle proprie insicurezze e fragilità represse o nascoste agli altri.

In questo caso troviamo persone controdipendenti che cercano partner dipendenti per poterli “controllare” meglio e non essere esposte a rischi di “imprevisti”.

Oppure libertà apparentemente agognata ma coartata da un partner ricercato appositamente limitante. Non necessariamente nel senso di un partner che ha il potere decisionale sull’altro, ma anche un partner iper-accudente. Ciò per non esporsi ai pericoli e non rischiare di dover fare i conti con le proprie fragilità e insicurezze.

Il panico nasce allora in situazioni in cui si sperimenta la perdita di controllo!

Questo può avvenire nelle situazioni di separazione reale o percepita da persone significative. O quando si sperimenta una situazione non familiare vissuta come complessa da gestire, come superiore alle proprie possibilità.

I cambiamenti di qualsiasi tipo possono rappresentare un attivante dell’attacco di panico proprio perché generano situazioni inedite, non previste, non familiari, non controllate.

Talvolta anche un successo o un evento positivo possono attivare sensazioni di panico o veri e propri attacchi di panico. Proprio in quanto emozione non prevista vissuta ugualmente come “non controllabile”.

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Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa


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