Guida Pratica alla Sopravvivenza Psicologica per l’emergenza Corona Virus

Guida Pratica alla Sopravvivenza Psicologica Emergenza Corona Virus | Dott.sa Roberta Calvi Psicologo Sessuologo in Rimini

Come sopravvivere psicologicamente all’emergenza corona virus?

La pandemia attuale che coinvolge tutti noi ci mette a dura prova da un punto di vista psicologico. Sia perché ci impone di fare i conti con le nostre paure più profonde come quella della morte e della solitudine. Sia perché implica una limitazione della libertà personale.

Proviamo a capire meglio allora come fare a “sopravvivere” psicologicamente.

La paura della morte è connaturata all’essere umano. Sebbene ciascuno di noi costruisca spontaneamente nel corso della vita delle strategie consapevoli e inconsapevoli per non esserne schiavo e anche per esorcizzarla.

L’ottimismo irrealistico è il meccanismo di difesa per eccellenza per gestire la paura di morire. Perché ci fa sentire al sicuro da possibili eventi negativi illudendoci che non possano mai capitare a noi.

Quando la morte ci tocca da vicino, come nel caso di lutti dei nostri cari o di emergenze sociali come quella che stiamo vivendo, ecco allora che i nostri meccanismi di difesa crollano. E l’angoscia prende il sopravvento generando spesso agitazioni dettate dal panico e che tuttavia possono metterci più a rischio.

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Cosa fare allora?

Purtroppo non possiamo cancellare l’angoscia. Non possiamo scappare. Ma possiamo ridimensionarla facendo leva su un esame della realtà oggettivo.

Non dobbiamo agire seguendo l’emotività, perché quando è così intensa rischia di farci perdere di vista i comportamenti più utili anche per tutelarci. Ne sono un esempio la fuga di massa dalla Lombardia così come la ressa nei supermercati.

Quindi nel concreto è importante ridurre il livello di ossessione sul virus (pensare in continuazione al virus e rimuginare sui possibili rischi o effetti devastanti per sé, per i cari o per la società). Nonché i meccanismi ipocondriaci ( autosuggestionarsi sulla presenza di sintomi).

Per fare questo è bene seguire alcuni consigli pratici:

  1. Attenersi a parametri oggettivi per valutare la presenza di sintomi
  2. Non misurarsi la febbre di continuo: è sufficiente una volta al giorno
  3. Non cercare in modo ossessivo dati e notizie sul numero di contagi e di morti
  4. Non parlare sempre del corona virus
  5. Praticare attività creative e distensive

Veniamo poi alla paura della solitudine.

L’uomo come ben sappiamo è un animale sociale. E i rapporti interpersonali rappresentano la fonte primaria del suo nutrimento emotivo.

I limiti imposti rispetto ai contatti sociali, alla gestione della vicinanza e dell’espressione dell’affettività, nonché l’impossibilità di molte persone di stare vicine ai propri cari, impattano duramente sul benessere emotivo. Ci si sente soli, oltre ad aver paura di non poter stare accanto ad un familiare in caso di necessità.

Come gestire questi vissuti?

Oggi fortunatamente la tecnologia ci permette di accorciare le distanze e stabilire contatti che, anche se virtuali, ci danno la possibilità di sentire la vicinanza delle persone che amiamo. Quindi sfruttiamo a pieno questa possibilità con messaggi, chiamate e videochiamate ad amici e parenti.

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Roberta Calvi Psicologo Sessuologo Rimini | Studio di Psicologia Sessuologia

Altro tasto dolente in questo momento è la limitazione della libertà.

Nella società di oggi sicuramente facciamo fatica con i limiti, ancora di più se imposti dall’esterno. Abbiamo inoltre a che fare con un surplus di tempo vuoto. Che, attenzione, non è vissuto come tempo libero perché non si può fare ciò che si vuole.

Si tratta di un tempo non strutturato eppure non libero a cui non siamo abituati. La nostra esperienza infatti è o di un tempo non libero ma strutturato o di un tempo libero e non strutturato: quest’ultimo è il tempo del relax, delle ferie, delle vacanze dove “faccio quello che voglio”.

In questi giorni invece di limitazioni rispetto alle uscite e alle attività  facciamo i conti con un senso del tempo che scombina le carte in tavola. Perché non si può fare quello che si vuole eppure c’è tanto tempo da gestire, tempo che diventa così vuoto e infinito. Spesso la noia incombe e la percezione temporale è alterata.

La limitazione della libertà personale unita alla percezione di un tempo infinito e vuoto può provocare un abbassamento dell’umore. O ansia e nervosismo che possono amplificare insicurezze già presenti, senso di inadeguatezza, scarsa autostima e sfociare anche in sintomi veri e propri.

In ambito relazionale si possono acuire delle conflittualità date sia dalla condivisione forzata del tempo sia dal bisogno reciproco di scaricare tensione accumulata.

Cosa fare dunque per gestire adeguatamente il tempo affinché non sia un tempo distruttivo ?

  1. Mantenere un adeguato ritmo sonno veglia senza alterare il ritmo circadiano della giornata
  2. Preferire attività pratiche, produttive e creative (cucinare, fare attività fisica, fare giardinaggio, piccola manutenzione, creare prodotti artistici ecc) e limitare quelle dove si è solo passivi ricettori di stimoli (come guardare la TV), perché l’essere attivi e creativi migliora il senso di autostima e autoefficacia personale
  3. Darsi dei piccoli obiettivi quotidiani di cose da fare per strutturare meglio il tempo
  4. Mantenere un dialogo attivo in coppia e in famiglia
  5. Ritagliarsi dei propri spazi

Questi sono solo alcuni piccoli consigli pratici generalizzati. Che ovviamente non esauriscono le possibilità di affrontare al meglio questa difficile e faticosa situazione. Ognuno è chiamato a mettere in gioco le proprie risorse psicologiche.

In caso di disagio significativo mai come adesso può essere utile e fondamentale chiedere aiuto e farsi dare una mano da un esperto.

Roberta Calvi Psicologa e Sessuologa


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